Simboli e segreti dei fiori – Il Loto

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Continua il ‘viaggio’ del Cuib Femminile di RAIDO alla scoperta dei simboli e dei segreti dei fiori. In questa puntata ci occuperemo del Loto. Buona lettura!

1.         Il simbolismo del loto, in particola­re in Asia orientale, presenta numerosi aspetti, ma i principali derivano dalla particolarità di questo fiore che si di­stende sulla superficie delle acque sta­gnanti. Simbolo di purezza perché usci­to dalle acque paludose non è macchiato da esse: «Come un loto puro, meravi­glioso, non è macchiato dalle acque, io non sono macchiato dal mondo». (An­guttaranikìiya, 2, 39).

Uscito dall’oscurità esso si espande in piena luce: è il simbolo dell’apertura spirituale. Poiché le acque sono l’imma­gine dell’indistinto primordiale, il loto rappresenta la manifestazione che ne emana, che si schiude alla superficie co­me l’uovo del mondo. Il boccio chiuso è l’equivalente esatto di quest’uovo la cui rottura corrisponde all’apertura del fiore: è la rappresentazione delle possi­bilità contenute nel germe iniziale, del­le possibilità dell’essere perché anche il cuore è un loto chiuso.

Poiché il loto tradizionale ha otto pe­tali, esso è come lo spazio a otto dire­zioni il simbolo dell’armonia cosmica. Lo si utilizza in questo senso nel trac­ciato di numerosi mandala e yantra. L’i­conografia indù rappresenta Vishnu che dorme alla superficie dell’oceano, spes­so rappresentato esso stesso da piante di loto, simboli qui dell’elemento acqua­tico. Dall’ombelico di Vishnu emerge un loto la cui corolla allargata contiene Brahma, principio della tendenza espan­siva (rajas). Va anche aggiunto che il boccio del loto, come origine della manifestazione è anch’esso un simbolo egi­ziano. Attributo di Vishnu, il loto è so­stituito nell’iconografia khmer dalla ter­ra che esso rappresenta in quanto aspet­to passivo della manifestazione. Per es­sere precisi l’iconografia dell’India di­stingue il loto rosa o padma, quello che abbiamo appena esaminato, emblema solare e simbolo della prosperità, dal lo­to azzurro (o ulpala), emblema lunare e shivaita. […] 

3.                  Il simbolismo estremo-orientale del loto coincide in larga misura con quel­lo dell’India. Chou Tun-yi riprende la nozione di purezza, vi aggiunge quella di sobrietà e di rettitudine e ne fa l’em­blema del saggio. Più generalmente, es­sendo costante l’idea di purezza, vi si aggiungono la fermezza (rigidità dello stelo), la prosperità (la rigogliosità del­la pianta), la posterità numerosa (ab­bondanza dei grani), l’armonia coniu­gale (due fiori crescono su uno stesso stelo), il tempo passato, presente e fu­turo (si incontrano simultaneamente i tre stati della pianta: boccio, fiore aper­to, semi). […]

5.         Benché i loti crescano nell’acqua pu­trida, essi danno origine nel fango a fiori di grande bellezza e di grande purezza. È perciò che la letteratura giapponese utilizza questo fiore come immagine del­la moralità e del saggio che può rimane­re puro e intatto in mezzo alla società e alle sue aggressioni, senza aver bisogno di ritirarsi fuori del mondo in eremitaggio.

6.         Nell’iconografia egiziana il loto sboc­ciato come la fenice, rappresenta la na­scita e la rinascita. Il loto è il primo a nascere dalle acque primordiali, poi il demiurgo e il sole sono sorti dal cuore del loto. In Egitto il loto blu era considerato il più sacro: esso offriva un pro­fumo di vita divina: sulle pareti degli ipogei tebani si vede l’assemblea fami­liare dei vivi e dei morti aspirare grave­mente il fiore violaceo, in un gesto in cui si mescolano il diletto e la magia del­la rinascita (POSD, 154).

(Tratto da Dizionario dei Simboli, J. Chevalier – A. Gheebrant, BUR, 2005)