Cuori in rivolta | Sharing economy, il grande imbroglio

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Nella vita di tutti i giorni, una cosa è ormai evidente. C’è chi continua ad andare avanti alla giornata, inseguendo il divertimento al limite del fine settimana e chi invece è riuscito a percepire con un minimo di intuizione e riflessione ciò che ci circonda. Il primo è come se avesse una benda e cerca di proseguire sbattendo la testa nel suo labirinto. Diversamente dal secondo, che riesce ad orientarsi tramite uno stile Ribelle e con la strada tracciata da un solco profondo. La destinazione è la stessa, bisogna solo decidere la propria direzione affermandola giorno per giorno.
Non ci è mai piaciuto fare gli economisti, vogliamo semplicemente fare chiarezza sul nostro futuro, ora già molto vicino. 
L’uomo non potrà permettersi più di essere proprietario. Di nulla.
Tu aspetta, tranquillo, sappi che non avrai più nulla.
Si chiama SHARING ECONOMY, un’ombra oscura che scala classifiche di mercato.
Negli ultimi anni, la sharing economy ha guadagnato notevole popolarità, con aziende come Airbnb, Uber e altre che promettono di offrire servizi convenienti e accessibili, sfruttando risorse condivise. Tuttavia, dietro questa luccicante superficie, si nascondono grandi illusioni. 
Questo porta ad accettare le umilianti condizioni contrattuali, senza alzare la testa.
“L’innovativo cittadino”, delle attuali generazioni si sente libero per questo, non bisogna pensare a nulla, tutto compreso nel prezzo senza costi aggiuntivi.
Dove si vuole arrivare? Cosa significa non possedere nulla?
Basta cercare di immaginare la situazione: essere totalmente dipendenti da una fonte di reddito, per poter sopravvivere.
Si sostiene che l’impossibilità di acquistare un’auto o una casa sia una situazione quasi desiderabile, condendo il tutto con concetti dal sapore etico, come la “sostenibilità”.
Figo no?
Essere vincolati su ogni servizio che abbiamo a disposizione, dal tetto di casa ad un mezzo di spostamento fino ad arrivare ad una scrivania d’ufficio. Abbiamo la possibilità di cambiarle ogni giorno con il concetto di “economia della condivisione” e il rischio di rimanere senza nulla nel mese successivo. Un potere di vita o di morte. Delle grandi e potenti aziende contro tutti i cittadini.
Facile ricollegare tutto questo al vivere alla giornata del ragazzo della nuova generazione.
I nostri sono “cuori in rivolta” e per noi la direzione è chiara. Se il mondo ci vuole togliere tutto illudendoci di renderci felici con una vita fluida e senza punti fermi, noi la nostra felicità ce la costruiamo passo dopo passo, ritornando al concreto, all’essenziale, imparando a riconoscere il superfluo.
Mettendo tutte le nostre forze contro questa corrente già troppo forte ma che non ci ferma, perché la nostra posizione la ribadiamo e lo continueremo a fare giorno per giorno a testa alta.