Scientology sbarca a Milano

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Scientology sbarca a Milano con un mastodontico tempio a vetri, innalzato alla (pseudo)religione più alla moda che c’è, la cui imponenza è degna delle più austere cattedrali medioevali. A breve, migliaia di adepti la popoleranno, per venerare insieme una specie di Dea Ragione del terzo millennio.
La sovversione, lo sappiamo, è abile ad “incanalare” la sete di sacro, che l’uomo naturalmente è portato ad avere, rifilandogli dei surrogati di spiritualità. Così come il neospiritualismo, la cui pratica ha anche una certa pericolosità, in quanto – come Guenon insegna – apre delle porte verso i bassifondi della psiche, il che può rendere l’individuo soggetto agli effetti di influenze sottili da cui sarebbe meglio tenersi alla larga, Scientology non è altro che una parodia di religione, che offre all’uomo, di fronte alla sua aspirazione per un “di più”, per un “qualcos’altro”, una alternativa alle “noiose” e “poco credibili” religioni positive.
Noiose perchè dogmatiche. Eh certo, è molto più “in” una religione che si pone su orizzonti (esclusivamente) razionali(sti), come la religione-azienda Scientology, o al massimo morali(sti), come le varie sette protestanti di cui è costellato il mondo anglosassone. Niente dogmi, niente profeti, niente riti da dover seguire, nè testi sacri da dover leggere e sforzarsi a interpretare. Un “famo come ce pare” umano troppo umano che è molto più appetibile di una qualsiasi religione rivelata.

(www.ilgiorno.it) – La chiesa continentale di Scientology sta nascendo al confine tra Milano e Sesto San Giovanni. Non una costruzione nuova di zecca, ma il restyling interno di un palazzo a vetri al civico 327 di viale Fulvio Testi che negli anni scorsi è passato di mano a cifre prossime ai . Lì si trasferiranno , scrittore di fantascienza che nel 1952 diede vita al contestato movimento ormai diffuso in tutto il mondo che punta a offrire, come si legge sulla homepage di Scientology.it«un preciso sentiero che conduce a una completa e sicura comprensione della vera natura spirituale dell’individuo». Un movimento finito più volte al centro di polemiche e inchieste giudiziarie. Un movimento che molti non esitano a definire «setta», e che conterebbequalche migliaio di fedeli in tutta Italia. Ma sui numeri, avvertono sia i tanti fuoriusciti che gli psicologi che li aiutano, non c’è alcuna certezza: nei gruppi di questo tipo sono una specie di mistero della fede.

Gli ex comunque parlano dell’Italia come del «secondo mercato a livello d’espansione» del movimento dopo gli Stati Uniti, con un forte radicamento al Nord, tra il Veneto e la Lombardia. Milano è sempre stata «una piazza importante», e dotarsi di una sede vistosa, come accadeva esattamente tre anni fa a Padova, sarebbe una mossa di «public relations», sempre considerate molto importanti da questa chiesa che è organizzata come una multinazionale. Ancor più importanti in un momento in cui, riferisce chi mantiene qualche contatto con l’ambiente, le adesioni sono lontane dai tempi d’oro ed è in corso anche una diaspora di seguaci che continuano a seguire le idee del fondatore Ron Hubbard fuori dalla chiesa, in polemica col management subentrato alla sua morte, nel 1986.

Per quanto ne sappiamo – poco, visto che i responsabili della comunicazione alla fine non hanno risposto alle nostre domande via mail – nel complesso direzionale a due passi dal capolinea della metropolitana lilla ci sarà spazio per gli uffici e pure per l’auditorium. Un trasloco dalla storica sede di via Lepontina, in zona Maciachini. Del cantiere, che pare vada avanti da più di sei mesi, in pochi si sono accorti. La curiosità di residenti e impiegati della zona si è risvegliata nell’ultima settimana, quando gli operai hanno iniziato a salire in cima all’edificio coi carrelli elevatori per montare la scritta lungo tutta la facciata che dà sullo stradone che va verso Monza. Sul sito web di una lista civica di Sesto si trova la foto del cartello lavori: risulta che il Comune di Milano ha autorizzato «interventi di manutenzione straordinaria senza opere strutturali» per la porzione di stabile che ricade nel territorio del capoluogo (comunicazione di inizio attività datata gennaio 2015); stesso dicasi per il Comune di Sesto, che ha dato il via libera a «demolizione e rifacimento di pareti interne senza opere strutturali». Ieri mattina erano in corso i preparativi per l’inaugurazione (privata) di sabato in un parcheggio davanti alla struttura: tecnici al lavoro per montare il palco e per sistemare tre enormi rose rosse all’ingresso.