Donne esaurite? Zero scuse

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(a cura del Cuib Femminile della Comunità Militante Raido)

Vi riportiamo una notizia dell’ultima ora sulla sindrome da c.d. burnout o esaurimento da lavoro, che si può verificare quando il lavoro diventa così stressante da incidere sulla salute psicofisica del lavoratore. L’articolo chiude con un assunto secondo il quale le donne sarebbero più esposte degli uomini al pericolo di esaurimento psico-fisico. Qualche segnale in effetti è visibile nella vita quotidiana. Sono sempre più frequenti nelle auto la mattina, sui mezzi pubblici e nelle file dei supermercati donne isteriche e frustrate, stanche, distratte, arrabbiate.
Si potrebbe dunque sostenere che è colpa del burnout se siamo diventate così, che è colpa del lavoro che ci aliena, che ci porta ad essere sbattute, confuse, decentrate, fuori di noi, letteralmente. Su noi donne attecchisce particolarmente bene, per via della nostra natura acquatica, che si adatta ad ogni orrido contenitore.
Tuttavia per noi queste sono tutte scuse
La domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: in che modo oggi noi donne lavoratrici, studentesse, professioniste, mogli e madri affrontiamo i momenti di stress psico-fisico?
La risposta secca e senza fronzoli è questa: occorre fare ordine fuori e dentro di noi, dare priorità a ciò che consideriamo essenziale nella nostra vita
Non deve esserci posto né per il burnout né per qualsiasi altra scusa.


(tratto da www.corriere.it) – Lo stress da lavoro, il «burnout», è ufficialmente una sindrome
La decisione è stata presa dall’Organizzazione Mondiale Sanità dopo decenni di studi.
Lo stress da lavoro o da disoccupazione, ossia il «burnout» è adesso ufficialmente una sindrome. Lo ha stabilito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) dopo aver vagliato decenni di studi. L’agenzia speciale dell’Onu per la salute ha anche fornito direttive ai medici per diagnosticarla e l’ha inserita nella sua classificazione internazionale, quella che viene utilizzata come punto di riferimento.
La sindrome di burnout: le caratteristiche
Le tre caratteristiche o segni principali di questa condizione sono stati individuati in: senso di esaurimento o debolezza energetica; aumento dell’isolamento dal proprio lavoro con sentimenti di negativismo o cinismo e ridotta efficacia professionale. È una sindrome che riguarda specificatamente l’ambito lavorativo. Il primo ad occuparsi di burnout è stato lo psicologo Herbert Freudenberger nel 1974. Il nuovo elenco, Icd-11, che entrerà in vigore nel gennaio 2022, contiene molte altre aggiunte, inclusa la classificazione del «comportamento sessuale compulsivo» come disturbo mentale e il videogioco come una dipendenza, elencandolo insieme al gioco d’azzardo e alle droghe come la cocaina. L’altro cambiamento è la rimozione del transgenderismo dalla lista di disturbi mentali, è elencato nel capitolo «condizioni relative alla salute sessuale».
Categorie a rischio
Il burnout o o «esaurimento da lavoro» è la risposta ad uno stress emotivo cronico e persistente, caratterizzato da esaurimento fisico ed emotivo, tendenza a considerare le persone come oggetti, sensazione di perdita di significato del proprio operato e ridotta produttività. In genere colpisce coloro che sono impiegati nelle professioni di aiuto, nelle emergenze, nel sociale come medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco, assistenti sociali, caregiver , ma può colpire anche altre categorie di lavoratori, quella forza lavoro iperattiva, iperconnessa e schiacciata da mille impegni tra lavoro e famiglia. Le donne sarebbero più esposte degli uomini al pericolo di esaurimento psico-fisico.